Anche quest’anno è terminata la Tre Giorni diocesana, un’occasione per la Chiesa di Modena per fare il bilancio dell’anno passato e per guardare al nuovo anno pastorale

Potrebbe spaventarsi la Chiesa di oggi l’idea di stilare dei bilanci pastorali, intento della tre giorni promossa dalla Diocesi di Modena-Nonantola. Stando ai numeri dell’ultimo rapporto sulla secolarizzazione infatti, il calo dei battezzati nel ventennio a cavallo tra vecchio e nuovo millennio è ingente e ciò può spaventare chi deve occuparsi di strategia pastorale, tanto più che non tutti coloro che accedono al primo sacramento, arrivano poi a completare quelli successivi, necessari all’iniziazione al cristianesimo. Inoltre, chi arriva a completare il percorso iniziatico, spesso non prosegue oltre. Di tutto ciò è ben conscio l’Arcivescovo Castellucci, che infatti nell’intervento conclusivo della Tre giorni diocesana sottolinea come i sacramenti siano da intendersi non come atto finale del percorso cristiano, ma come tappa di un cammino che dura tutta la vita. È dunque l’intera comunità cristiana che deve farsi portatrice di questo messaggio, chiarisce l’Arcivescovo, che mette in chiaro come lo spirito da coltivare, sia la trepidazione dei discepoli di Emmaus, che mossi dall’urgenza dell’annuncio cristiano, trovano la forza di mettersi in cammino in piena notte. La responsabilità delle attuali difficoltà è dell’insieme dei fedeli, è compito ora della Chiesa restare unita e non cedere alle divisioni.

Nel video l’intervista a Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo Modena-Nonantola