Ancora contrasti interni alla Diocesi sul Modena Pride, il Comitato San Geminiano Vescovo fa arrivare una severa critica a Mons. Castellucci per la reazione poco incisiva sul Pride. Sembra che il Comitato si aspettasse parole di dura condanna, che non sono arrivate.

Non si fermano le polemiche interne alla Chiesa di Modena sul Pride di sabato scorso. La manifestazione pare avere diviso in primis gli ambienti interni al cattolicesimo. In un comunicato immediatamente successivo al Pride, il Comitato San Geminiano Vescovo, che aveva organizzato una contromanifestazione, si rende protagonista di una dura critica verso l’Arcivescovo Castellucci, colpevole di aver cercato di abbassare i toni, esortando al dialogo tra chi aderisce all’antropologia cattolica fondata sul binomio maschile e femminile e chi invece prende in considerazione diversi modelli relazionali. Il Comitato non risparmia le accuse anche a quelli che definisce “sacerdoti senza coraggio”, ossia quella parte del clero, oggi maggioritaria, che manifesta aperta ostilità al messaggio LGBT.

Non è una novità per la Chiesa italiana che alcuni gruppi più rigidamente tradizionalisti entrino in contrasto con le gerarchie ecclesiali, che oggi tentano di interpretare il messaggio di dialogo e apertura raccomandato da Papa Francesco.

Il riferimento all’Arcivescovo pur non esplicito risulta inequivocabile nella comunicazione redatta dal Comitato, il quale si fa forte anche della benedizione dal Cardinale Burke, espressione del clero più intransigente e conservatore e autore di varie critiche alle linee dottrinali di Papa Francesco.