La sconfitta del Modena nello spareggio di Novara nasce da tante componenti: mancanza di cattiveria, poca lucidità e cattiva gestione dei cambi
Il giorno dopo è quello in cui leccarsi le ferite e capire cosa non è andato. Anche perché il Modena deve provare a ricomporre i cocci in vista della sfida playoff di domenica col Fiorenzuola. A Novara contro la Pergolettese la differenza l’ha fatta prima di tutto la gestione della gara. I lombardi, sconfitti due volte in stagione, hanno cambiato pelle tatticamente proprio nella partita decisiva, stupendo con la scelta di mister Contini di affidarsi alla difesa a cinque. Evidentemente preoccupato dall’impatto sulla gara del grande ex Ferrario, già decisivo 15 giorni fa al Voltini, il tecnico cremasco ha alzato i centimetri davanti al bomber, oscurato dalla guardia di Lucenti, Fabbro e Bakayoko, ben supportati a turno dalle coperture dei due esterni a tutto campo Fanti e Villa. Un 5-4-1 molto elastico, in cui Morello e Franchi si sono sdoppiati nelle due fasi. Si è così creata una vera e propria Maginot davanti alla porta di Stucchi irrobustita dai ripiegamenti di Panatti, che hanno tolto i rifornimenti a Ferrario. Per un’ora il Modena si è affidato solo a Baldazzi e Montella, ma per trovare il gol ha avuto bisogno di una punizione deviata. Bollini non ha saputo trovare le contromisure alla mossa a sorpresa del collega e nemmeno il cambio di modulo nella ripresa, con l’ingresso di Letizia per passare al 4-2-3-1, ha dato fluidità al Modena, costretto a recuperare dopo il gol subito allo scadere del primo tempo. Bollini, come a Crema, ha scelto di affidarsi a Calamai, poi arretrato subito dopo a terzino quando è entrato Spaviero, senza mai abbandonare la difesa a quattro, nonostante nei 15’ finali la Pergolettese avesse rinunciato al centravanti di peso Bortoluz. Solo nel finale si è visto Sansovini, troppo tardi per poter trovare un guizzo. Mentre Ferretti, per il quale il 2019 è stato un vero incubo, guardava dalla tribuna il Modena dire addio ai sogni di promozione diretta.