Da mister Castori a gran parte della rosa: sabato Carpi-Venezia sarà la gara di addio per tanti biancorossi dopo un’annata deludente
L’ultimo tango sarà un ballo mesto, cui nessuno avrebbe voluto prendere parte. Se la festa è finita e gli amici se ne vanno, al Carpi restano i cocci da raccogliere sul pavimento dopo la gara di sabato col Venezia. L’ultima sfida casalinga di 5 stagioni cadette sarà un addio a testa bassa per tanti giocatori che hanno fatto parte di questo gruppo incapace di restare in corsa salvezza fino agli ultimi 90’. Sicuramente sarà la gara d’addio per mister Fabrizio Castori. Il condottiero della Serie A non è riuscito nell’impresa e ha incassato la seconda retrocessione in carriera ancora in biancorosso. Il suo arrivo a settembre non ha dato la scossa che ci si attendeva e nel ritorno la squadra ha perso certezze e si è lentamente spenta. Nei 4 anni a Carpi ha sempre vissuto col piede sul gas. La straordinaria promozione, la salvezza sfiorata (e meritata sul campo) a 38 punti in Serie A, la finale per la A persa a Benevento dopo essersi presentati ai playoff da settimi. Per lui e per il suo staff sarà l’ultima gara di un quadriennio comunque indimenticabile. Non vestiranno più la maglia del Carpi nemmeno i 10 giocatori arirvati a gennaio in prestito: Rizzo e Marcjanik non si sono mai visti, Rolando, Crociata, Coulibaly e Mustacchio sono stati fra i più continui, molti bassi e pochi alti per gli altri Marsura, Vitale, Kresic, Cisse. Ha già salutato la “bandiera” Pasciuti, che col contratto in scadenza è stato messo fuori causa da un infortunio, mentre fra prestiti e giocatori in scadenza la sfida col Venezia sarà un mesto addio per la maggior parte della rosa biancorossa.