La sconfitta di ieri a Lecce ha fatto emergere i soliti problemi difensivi del Carpi, che in 31 gare ha incassato ben 59 reti e oggi, se il Padova vince, può tornare ultimo da solo
Il Carpi versione da trasferta continua ad assomigliare a un groviera, sul quale tutti sono pronti a banchettare. A Lecce è arrivata la sesta sconfitta in altrettante trasferte di questo terrificante 2019, con ben 18 reti incassate lontano dal “Cabassi”, alla media di 3 a partita. E oggi la squadra biancorossa, in caso di successo del Padova sul Cosenza, può di nuovo essere ultima da sola. Era difficile pensare di poter fare punti sul campo della seconda della classe, ma per un’ora la squadra di Castori ha fatto vedere le cose migliori e il 4-1 finale è davvero una punizione pesante. A fare la differenza sono stati i soliti difetti di una squadra che non sa concretizzare le occasioni che crea, come quella che Arrighini spara su Bleve in uscita, e che poi alla prima difficoltà si scioglie come neve al sole. E’ stato così a inizio ripresa quando su una palla persa da Vano è arrivata l’azione finalizzata da Venuti. Poi in 8’ il Lecce ha affondato il coltello su una difesa di burro, infilata prima centralmente da Mancosu e poi sulla corsia di sinistra da Falco. Il poker di Tumminello ha solo ampliato la forbice di una gara già chiusa, che Suagher con l’1-4 nel finale ha reso solo meno pesante. Se non bastasse, il Carpi già decimato prima della partenza ha perso anche Concas per la febbre e Sabbione per un acciacco, mentre al 18’ Arrighini ha messo male la caviglia ed è dovuto uscire. Dire che piove sul bagnato dopo l’ennesimo naufragio è anche riduttivo per un Carpi sempre più vicino alla C.