Fra sette giorni comincia il girone di ritorno della Serie B ma ancora non è stato reso noto dalla Figc il format del campionato e quante squadre retrocederanno
Certe cose possono succedere solo in Italia. Il modo di dire calza a pennello per l’assurda stagione che sta vivendo il campionato di Serie B. A 7 giorni dal via del girone di ritorno ancora la Figc non ha definito quale sia il format dell’attuale campionato 2018-19 e quante retrocessioni ci saranno. Il Carpi, come le altre squadre in lotta per la salvezza, devono così restare ancora alla finestra in attesa di capire quante rivali dovranno mettersi alle spalle per evitare di finire in Lega Pro e se saranno confermati i playout. Al momento sono due le possibilità: la conferma delle 4 retrocessioni che erano previste anche già col campionato a 22 squadre, 3 dirette e una con i playout, oppure per logica, visto che ci sono 3 squadre in meno, la diminuzione a 3 del numero delle condanne al ritorno in Lega Pro, strada per la quale tutte le società hanno da sempre manifestato il proprio gradimento. L’argomento è tornato prepotentemente di moda anche ieri, durante l’Assemblea cadetta che si è svolta a Milano. Come sempre in modo compatto, i 19 club hanno elaborato una proposta ancora una volta forte, chiedendo che la B 2019-20 diventi a 18 squadre, una in meno dunque di quella attuale. Di pari passo i consiglieri della B hanno dato mandato al presidente Balata di chiedere nel prossimo Consiglio Federale di fine gennaio di bloccare i ripescaggi dalla Lega Pro, con cui invece la Serie B vorrebbe ripristinare le 22 squadre abbandonate in estate. La sensazione è che la battaglia sia appena cominciata.