Nel primo giorno dopo l’accordo raggiunto in Prefettura il presidio dei lavoratori in sciopero davanti la sede di via Gherbella non c’è più. Ma dopo giorni di scontri la politica si interroga per prevenire i problemi prima che questi sfocino in violenza
L’accordo raggiunto ieri in Prefettura tra lavoratori, cooperative di servizio e proprietà aziendale che ha consentito di porre fine ai presidi e ai blocchi dei lavoratori davanti ai cancelli dello stabilimento Italpizza di Via Gherbella non deve togliere l’attenzione dal problema che quelle manifestazioni le ha generate. Legato da un lato a forme contrattuali che pur muovendosi all’interno di una cornice di legalità riconosciuta dal Ministero dello sviluppo economico rischiano di diventare troppo svantaggiosi nel momento dell’applicazione. E dall’altro al ricorso massiccio, anche in questo caso garantito dalla legge, all’appalto alle cooperative esterne che come nel caso di Italpizza somministrano forza lavoro necessaria a coprire l’intera prodizione ma condizioni estremamente diverse, pur all’interno dello stesso stabilimento, rispetto a quelle dei dipendenti diretti. Condizioni limite come quelle denunciate in queste settimane dai lavoratori e che se inascoltate possono sfociare ad azioni estreme che in una realtà come Modena si pensava fossero relegate alla storia. Ora serve maggiore chiarezza sui contratti – afferma l’Assessore comunale con delega al lavoro Andrea Bosi che nel merito chiama in causa l’attuale ministro del Lavoro affinché definisca in modo più preciso possibile gli ambiti ambiti e i limiti di applicazione dei diversi contratti, da un lato per garantire la qualità del lavoro e dall’altro per consentire alle aziende di operare e di rimanere nel mercato”. Interviene oggi anche la segreteria del PD accusata nei giorni scorsi di rimanere in silenzio pur di fronte alle scene di violenza. Dalla sede di via Rainusso ferma condanna rispetto alle scene di violenza e un invito anche al piano nazionale affinchè si metta mano allo squilibrio tra numero di dipendenti diretti dell’azienda ed in appalto, oggi troppo favorevoli in termini di costo del lavoro ma non equo per i lavoratori
Intervista a Eleonora Bortolato, Si Cobas