A Modena, cosi in tutta Italia, non sono ancora arrivati i braccialetti elettronici che dovevano essere messi a disposizione a seguito di un bando aggiudicato lo scorso maggio. La Camera Penale di Modena richiama l’attenzione sul problema e sull’importanza di questi strumenti
I braccialetti elettronici potrebbero garantire il controllo diretto dei detenuti agli arresti domiciliari, contribuendo a contrastare il sovraffollamento delle carceri, ed evitando alle forze dell’ordine il controllo diretto presso i domicili, attività che impiega tempo e risorse. Un problema richiamato in occasione della ricorrenza della IV giornata dei braccialetti elettronici, indetta dalla Camera penale di Firenze, dalla Camera Penale di Modena Carl’Alberto Perroux intende denunciare la parziale e minima applicazione del braccialetto elettronico per il controllo a distanza dei detenuti agli arresti domiciliari e in detenzione domiciliare. Misure utili anche contro il sovraffollamento del carcere di modena, ancora a livelli allarmanti, con 489 detenuti rispetto ai 370 posti regolamentari. A Modena sarebbero una quarantina i braccialetti elettronici a disposizione. Ce ne vorebbero molti di più. Altri 50 se ne aspettavano dal bando di più di 1000 aggiudicato a livello nazionale lo scorso maggio, ma a quanto pare nemmeno uno si è visto. Da qui l’appello della camera penale di Modena affinché venga garantita la disponibilità di questi strumenti utili anche nel caso di controllo di persone sottoposte a divieto di avvicinamento in caso di stalking o maltrattamenti in famiglia
Nel video l’intervista a Gianpaolo Ronsisvalle, Camera Penale Carl’Alberto Perroux