Continuano ad emergere sempre più dettagli sull’uccisione di Leo, il giovane cinese soffocato lo scorso sabato nella sua abitazione in via Crispi dai suoi amici. Il presunto amante ha raccontato ieri ai magistrati di aver agito per legittima difesa

Ieri si è tenuto l’interrogatorio di garanzia di uno dei quattro ragazzi che sabato scorso hanno ucciso nella sua abitazione, Leo Hu. Il giovane 17 enne, presunto amante davanti al Gip di Bologna ha raccontato di aver agito per legittima difesa a seguito dei ricatti sessuali di Leo. La vittima aveva manifestato più volte dei sentimenti particolarmente affettuosi nei suoi confronti ma lui non era interessato. Così Leo, sempre sulla base del racconto aveva iniziato a ricattarlo con foto spinte. Da qui la decisione di partire da Prato con 4 amici, per un chiarimento. Il 17enne continua raccontando quella giornata: con i 4 amici, arrivano in Via Crispi 29. Leo apre la porta e i quattro salgono entrando nell’appartamento dove il ragazzo viveva con la madre e il padre adottivo, l’avvocato Andrea Giberti, che impegnati in altre faccende non si accorgono di nulla. Il 17enne presunto amante entra da solo nella stanza, mentre gli altri restano fuori. In camera i due litigano subito per le foto e per il presunto ricatto di Leo nel renderle pubbliche, ricatto che sempre a suo dire , gli faceva da mesi per forzarlo sessualmente. Scoppia una colluttazione tra i due, ed è in quel momento che entrano gli amici per aiutare il giovane pratese. A quel punto immobilizzano Leo e lo schiacciano col cuscino del divano per dargli una lezione. Nel momento in cui si accorgono che Leo non reagisce più spaventati decidono di nascondere il suo corpo nel trolley. Il giovane resta tuttora accusato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere.