Il Movimento 5 Stelle approva a livello nazionale il nuovo Codice di comportamento che prevede che l’avviso di garanzia e di fine indagine non comportino più sanzioni interne come l’espulsione. Ora per essere ‘puniti’ dai garanti interni e da Beppe Grillo serve una condanna in primo grado. Per la capogruppo Scardozzi ‘nulla di nuovo’
Il grido ‘onestà-onestà’ risuona ancora nelle orecchie di chi ha avuto modo di partecipare a una convention 5 Stelle o a una semplice arringa pubblica di Beppe Grillo. Ma i tempi cambiano, le convenienze politiche pure e ora quel grido giustizialista che tanta presa aveva fatto, si fa improvvisamente più tenue e più garantista. Il popolo della rete (in tutto 40mila partecipanti sui 135mila iscritti grillini abilitati) ha infatti votato il nuovo codice di comportamento del Movimento che derubrica a ‘non grave’ l’essere toccati da un avviso di garanzia o da un avviso di fine indagine. Ora per essere espulsi dal Movimento occorre una condanna in primo grado, a meno che il Garante (Grillo stesso) non decida motu proprio diversamente. Una svolta che molti commentatori hanno definito Salva-Raggi, considerate le attuali difficoltà giudiziarie della sindaca 5 Stelle di Roma. Un Codice di comportamento che però viene difeso, e non potrebbe essere diversamente, dalla capogruppo M5s in consiglio comunale a Modena, Elisabetta Scardozzi.
“Nulla di nuovo” dunque per Elisabetta Scardozzi con le nuove regole, anche se oggettivamente il Codice etico appena varato rappresenta per il partito di Grillo una rivoluzione copernicana. E c’è già chi immagina in futuro un ulteriore abbassamento dell’asticella del giustizialismo che ha fatto finora da sfondo alla crescita del Movimento. Del resto se qualche eletto grillino ‘di peso’ dovesse mai subire una condanna in primo grado, la condizione minima per l’espulsione potrebbe sempre essere elevata a una condanna in Appello…