La multinazionale ha deciso di chiudere lo stabilimento di via Ponte Alto Sud e di licenziare i 51 dipendenti. Oggi vertice con il sindacato, ma la soluzione è lontana
La proprietà nipponico-norvegese ha deciso che qui a Modena, a fine anno, si chiude: per i 51 dipendenti è già stata avviata la procedura di mobilità. Ma i lavoratori della Kverneland non si arrendono e continuano a manifestare. L’azienda – settore macchine per l’agricoltura – “non è affatto in crisi”, fa notare il sindacato, la Fiom Cgil. Oggi nello stabilimento di via Ponte Alto Sud è andato in scena il secondo sciopero nel giro di una settimana. Questa azienda fu fondata nel 1953 dal modenese Pietro Maletti, a metà anni ’90 venne comprata dalla multinazionale norvegese Kvernerland, che quattro anni fa è stata a sua volta rilevata dal gruppo giapponese Kubota. Oggi una delegazione di dipendenti e sindacalisti è stata ricevuta dall’azienda. I lavoratori chiedono che lo stabilimento non chiuda e il ritiro delle procedure di mobilità. Da parte sua, Kverneland ha risposto che le mobilità sono confermate e che le richieste avanzate dai lavoratori saranno comunque portate all’attenzione della proprietà. Finché non si troverà una soluzione, la Fiom manterrà lo stato di agitazione.
Nel servizio l’intervista a Maura Girotti, dipendente Kverneland