Si era inventata la rapina perché aveva perso 40 mila euro al gioco. Ora la commessa della ricevitoria di Redù a Nonantola è stata denunciata dai carabinieri per simulazione di reato.
40 mila euro persi al gioco. La soluzione trovata? Fingere una rapina, ma le indagini dei carabinieri hanno svelato l’arcano e l’hanno denunciata per simulazione di reato.
E’ andata male alla commessa della tabaccheria ricevitoria di via Maestra di Redù a Nonantola che in una settimana si è ritrovata da vittima a colpevole. Una situazione capovolta dalle indagini dei carabinieri che raccogliendo la testimonianza della donna, unica presente all’interno della ricevitoria, hanno riscontrato diverse anomalie nel racconto. Prima fra tutte il mancato deposito del denaro in banca, ma trattenuto in cassa; la seconda la certezza della cifra esatta: 40 mila non un euro di più ne uno di meno. Messa alle strette la commessa ha confessato ai militari di aver simulato tutto.
Non è stato un uomo dall’accento emiliano, con indosso un casco ad aver fatto irruzione e che, pistola in mano, l’ha costretta a consegnargli il denaro.
La donna, che non ha il vizio del gioco, ha spiegato come l’origine della perdita di una somma così consistente. Quella mattina effettivamente un uomo, era presente in tabaccheria e ha giocato per più di un ora a “10 e lotto”, una specie di lotteria istantanea con estrazioni continue, perdendo quasi tutte le giocate. Lei incuriosita dalla dinamica del gioco ha tentato la fortuna, giocando una prima volta, poi un’altra fino a perdere 40 mila euro. Impaurita e non sapendo come giustificare la perdita si è inventata la rapina.