46 pagine ciclostilate per presentare il bilancio di sei mesi di governo
Seduto sul divano del suo ufficio, al 17° piano del Palazzo della Regione, con un bellissimo panorama di Bologna ai suoi piedi, Stefano Bonaccini appare sereno e soddisfatto nell’illustrare (e un po’ incensare) i suoi primi 183 giorni di governo della Regione Emilia-Romagna: e per spiegare quello che la sua giunta ha fatto -”più cose del previsto”, confessa- servono addirittura 46 fogli stampati, distribuiti ai cronisti come promemoria, prima della conferenza stampa di oltre un’ora. Si toccano tutti i temi: innanzitutto le “mie ossessioni”, come le definisce Bonaccini: lavoro, welfare e servizi.
Sul capitolo-lavoro: 20.000 nuovi occupati e i primi bandi per i fondi europei del Patto per il Lavoro. Per il sociale: l’impegno per il 2016 a non aumentare le tasse nemmeno di un centesimo e la riduzione dei tempi di attesa per le visite mediche.
Poi, altri cavalli di battaglia: il bilancio solido, i tagli alla politica (15 milioni risparmiati), tutti i treni che verranno cambiati, il piano casa per le giovani coppie, la lotta al dissesto idrogeologico, la ricostruzione post-terremoto, la capacità di attrarre investimenti stranieri, la vetrina emiliana all’Expo, persino la battaglia contro l’erosione della sabbia in Adriatico e il lancio dell’Emilia Romagna Film Commission per finanziare film e fiction a Bologna e zone limitrofe.
Di tutto e di più. 6 mesi da incorniciare, secondo il presidente. Ombre? Nemmeno una, dice: sono molto soddisfatto.
E a proposito delle sue “ossessioni”, prima di salutare i cronisti, Bonaccini snocciola le prossime: lotta a discariche e inceneritori di rifiuti, alcune grandi infrastrutture da finire, una soluzione ai problemi delle aggregazioni delle province e la legalità come pilastro dell’azione di governo. Ne abbiamo preso nota.
Poi ne riparliamo tra 6 mesi.