Dopo che la Regione ha revocato la sospensione per l’attività di estrazione di gas escluse, però, le zone terremotate , oggi è stato presentato un nuovo piano, che prevede maggiore sicurezza e maggiori controlli.
Crolla il no della Regione Emilia Romagna alle trivellazioni, anche nelle zone terremotate. Se all’indomani del terremoto del 2012, la giunta di Vasco Errani si era battuta per impedire ogni tipo di ripresa di attività estrattiva dal sottosuolo, la giunta Bonaccini di fatto smentisce il predecessore e dà di nuovo il via libera (pur tra mille rassicurazioni di controllo e sicurezza) all’attività di esplorazione e estrazione di idrocarburi e energia geotermica, sconfessando i buoni propositi dello stesso Errani. E mentre i comitati dei terremotati della Bassa sono già giustamente in allerta proprio oggi la Regione Emilia-Romagna ha siglato un accordo operativo con il Ministero dello Sviluppo economico sulle attività estrattive. A garanzia, come dicevamo, di: Sicurezza, controllo, monitoraggio, difesa dell’ambiente e trasparenza, ribadendo il no alle tecniche di estrazione ad alta pressione – il cosiddetto fracking, peraltro già vietato dalla legge nazionale – e al progetto di stoccaggio gas di Rivara, così come all’utilizzo dell’acquifero profondo di Rivara per qualsiasi altra finalità di stoccaggio. Tante rassicurazioni, ma di fatto si riprende a trivellare. Questo accordo tra Regione e Ministero dello Sviluppo Economico – negli intenti – garantisce l’obbligatorietà di maggiore sicurezza e controlli nelle attività di estrazione nei giacimenti, un monitoraggio continuo della sismicità, anche per rilevare scosse di terremoto di lievissima entità e della subsidenza (cioè l’abbassamento di un’area), con la verifica anche di variazioni di pochi millimetri.