Inizieranno al carcere Sant’Anna
Ormai chiuso il capitolo napoletano, l’inchiesta sulla Cpl Concordia si mette in moto a Modena. Ieri, dal capoluogo campano, sono stati trasferiti nel carcere Sant’Anna tre dei dirigenti della cooperativa finiti agli arresti lo scorso 30 marzo: Francesco Simone, Maurizio Rinaldi e Nicola Verrini sono stati ascoltati oggi dal gip. Interrogatori di garanzia su cui non trapela per ora nulla, salvo la rinnovata istanza degli avvocati difensori per la scarcerazione dei loro assistiti. Dopo il Niet arrivato dal Riesame di Napoli, l’indagine sul presunto sistema corruttivo messo in piedi dalla cooperativa è stata trasferita sotto la Ghirlandina. E qui è ormai pienamente radicata. Nei prossimi giorni anche l’ex presidente della Cpl, Roberto Casari, potrebbe essere spostato da Poggio Reale al Sant’Anna. Intanto, arrivano i primi effetti dell’esclusione dell’azienda dalla white list, decisa la scorsa settimana dal prefetto Michele Di Bari: la Regione Emilia-Romagna ha risolto il contratto in essere con la cooperativa per il “business continuity” del Centro elaborazione dati di Bologna. Un atto quasi dovuto, visto che l’estromissione dalla white list comporta il divieto per l’impresa a partecipare ad appalti pubblici, e che aggrava ulteriormente i timori di soci e lavoratori della Cpl. La cooperativa, dal canto suo, sta seguendo tutti i passi previsti per poter tentare di essere riammessa all’elenco delle aziende immacolate. Il consiglio d’amministrazione è stato rinnovato in toto, con Legacoop che ha messo al timone un suo uomo: Mauro Gori. E ieri si è già tenuto un primo vertice in prefettura con sindaci e amministratori locali per valutare come procedere. L’obiettivo è salvaguardare i posti di lavoro. E allora prende sempre più quota l’ipotesi del commissariamento prefettizio, con emissari inviati da Roma a vigilare e soprattutto a prendere in carico i contratti e i cantieri che fanno capo alla Cpl.