l’interrogatorio reso dall’ex presidente della cooperativa, nel carcere di Poggio Reale
“Nessuna corruzione, posso spiegare tutto”: non arretra di un centimetro Roberto Casari. L’ex presidente della Cpl Concordia, agli arresti dallo scorso 30 marzo, ribatte colpo su colpo alle domande dei magistrati napoletani che indagano sul presunto giro di tangenti per la metanizzazione di Ischia. Mentre un paio di dirigenti della cooperativa avrebbero iniziato a fare rivelazioni ritenute importanti dagli inquirenti, emergono i particolari dell’interrogatorio reso da Casari il 2 aprile nel carcere di Poggio Reale. Il manager nega ogni addebito. Uno per uno. A cominciare dalla convenzione stipulata dalla Cpl con un albergo di Ischia di proprietà della famiglia del sindaco locale – ritenuta dai pm merce di scambio per ottenere l’aggiudicazione degli appalti –. Casari si difende sul piano economico: nell’hotel dormivano i dipendenti della cooperativa che svolgevano lavori sull’isola e il prezzo delle stanze, 50 euro a notte, dice l’ex presidente, era ultra-competitivo per la zona. Casari sottolinea, poi, che la Cpl lavorava a Ischia già da prima che venisse eletto sindaco Giosi Ferrandino, definito dagli inquirenti come un factotum della cooperativa modenese. Sul caso delle bottiglie di vino acquistate dall’ex presidente del Consiglio D’Alema, infine, Casari spiega che le ha comprate perché quel vino non contiene solfiti e a lui i solfiti fanno male. Ora, l’ex numero uno della Cpl si trova nel carcere di Teramo, dove è imputato per disastro colposo nel processo sull’esplosione di un asilo. La prossima settimana, il tribunale del Riesame di Napoli si pronuncerà sulle istanze di scarcerazione presentate da lui e dagli altri indagati finiti in manette.