No alla Carta degli investitori dell’authority

L’implementazione del tapering da parte della Fed non ha penalizzato Piazza Affari, capace di chiudere in rialzo la penultima seduta della settimana. Due giorni or sono, la banca centrale statunitense ha deciso di ridurre il piano di acquisto di titoli per altri 10 miliardi di dollari, portandolo a 65 miliardi mensili, ma il Ftse-Mib è riuscito a segnare un +0,38%, arrivando a 19.411 punti. Un’importante sponda positiva è giunta dall’asta dei titoli di Stato tricolori, che il Tesoro ha allocato per quasi 8,5 miliardi di euro, a un costo di finanziamento calante. Il Btp a cinque anni, in particolare, si è assestato al 2,43%, nuovo minimo dall’introduzione della moneta unica. In prima fila sul principale indice meneghino, ieri, c’era Stmicroelectronics, in rialzo del 4,46%, a 6,095 euro. Il titolo del gruppo italo-francese dei chip è stato sostenuto dalla positiva guidance di Infineon, che prevede un aumento dei ricavi già nel trimestre in corso, e dal guidizio di Exane: quest’ultima, confermando il rating neutral, ha alzato il prezzo obiettivo da 8,6 a 9 euro. Per il resto, è da segnalare la ripresa del Banco Popolare (+4,10%), dopo tre sedute di ribassi dettati dal maxi-aumento di capitale annunciato venerdì scorso. A parte Cnh Industrial (vedere articolo a pagina 22, dove sono disponibili anche tutte le quotazioni del Ftse-Mib), tra le note negative c’è invece Pirelli, che ha perso quasi sette punti dopo la smentita di Marco Tronchetti Provera alle indiscrezioni che parlavano di un possibile interessamento di Goldman Sachs. La maglia nera, però, è andata a Tod’s, in calo dell’8,08% a 101,2 euro. Per il gruppo di Della Valle il colosso creditizio svizzero Ubs ha confermato la raccomandazione sell, abbassando il target price a 97 euro, di riflesso al taglio delle stime sui profitti per l’anno in corso, che segue i deboli riscontri arrivati dai numeri preliminari sul quarto trimestre del 2013. Anche Nomura ha ridotto il prezzo obiettivo sull’azienda di calzature, portandolo però a 105 euro. Oggi, dunque, si chiude pure il mese borsistico. Con nuove incongnite: se le mosse della Fed hanno avuto un buon assorbimento da parte dei mercati, le stesse hanno però ingenerato delle reazioni a catena i cui effetti sono ancora da determinare con esattezza. I segnali controversi stanno nei Brics. Come ha suggerito Andrea Boda su www.pianoinclinato.it, negli ultimi giorni le banche centrali di India e Sudafrica hanno alzato i tassi di interesse, per combattere la svalutazione delle divise nazionali che metteva in serio pericolo le proprie riserve. Da ultimo, ieri la Turchia ha fatto lo stesso per proteggere la lira. E con meno moneta in circolazione, anche per i mercati potrebbe essere arrivato il tempo delle vere correzioni.