Ravanelli: finché la Juve ha Conte non c’è storia

«Lo scudetto è senza storia finché alla Juve ci sarà Conte, anche se la Roma che ha sorpreso tutti, sta facendo un grandissimo campionato e può aprire un ciclo con i suoi giovani. Garcia che ha capito bene il nostro calcio». Lo ha detto Fabrizio Ravanelli, ex bomber juventino e nella prima parte della stagione tecnico dell’Ajaccio nella Ligue 1 francese, ospite ai microfoni di Radio Onda Libera. Juve e Roma hanno davvero sorpreso tutti per un rendimento straordinario. «Conte è un grande allenatore, continua ad avere fame e sta facendo un percorso a sé. La Roma è una rivelazione – aggiunge – ci aspettavamo il Napoli e invece Sabatini ha fatto le scelte giuste con Garcia che all’inizio ha cambiato strada stravolgendo a livello tattico e di gestione del gruppo quanto era stato fatto in precedenza. Ha capito in fretta il nostro calcio e il fatto di avere la miglior difesa dice molto: di solito con la miglior difesa si vince o si arriva secondi. Ha solo incontrato una Juve stratosferica, ma può aprire un ciclo». Giovedì c’è Benfica-Juve: bianconeri favoriti o contro i portoghesi, che hanno appena vinto lo scudetto.«Potrebbe essere un trappolone. Il Benfica ha una buona esperienza e grandi palleggiatori. In Europa – ricorda Ravanelli – ha già fatto vedere buone cose e può mettere in difficoltà la Juve. I bianconeri ci tengono tengono, questo è sicuro: i giocatori avranno uno stimolo in più visto che la finale si giocherà a Torino». Per un posto in Europa il ritmo è forsennato con Inter e Milan in risalita. «E’ una bella battaglia. Molto tra le milanesi si deciderà nel derby. L’Inter -spiega – è più avanti e le ultime due vittorie esterne che ha ottenuto sono davvero importanti. S’è visto il carattere anche del tecnico. Il Milan sta comunque recuperando». Ravanelli terrebbe Seedorf per la prossima stagione: «E’ intelligente, ha personalità e cultura. Parla quattro-cinque lingue e dunque gestisce al meglio il dialogo con i giocatori che sono con lui. In Italia non si lascia il tempo agli allenatori di lavorare, quando invece c’è bisogno di tempo per seminare e raccogliere».