Il Tribunale amministrativo regionale ha sospeso l’efficacia immediata dei provvedimenti dell’Emilia-Romagna che regolano il suicidio assistito. Il Tar ha accolto l’istanza sospensiva presentata dalla consigliera regionale Valentina Castaldini, di Forza Italia, che ha voluto rimarcare che “una delibera regionale non può sostituire una legge nazionale su un tema così delicato”. Legge nazionale che, tuttavia, ancora non c’è. La Giunta Bonaccini aveva deciso di normare il percorso del suicidio medicalmente assistito attraverso delibere, mentre la Regione Toscana è stata la prima a dotarsi di una legge vera e propria e quindi più difficilmente impugnabile. Proprio la legittimità di uno strumento quale la delibera è ora al centro della discussione al Tar. Il Tribunale amministrativo ha sospeso i provvedimenti della Regione che davano tempi certi ai malati almeno fino alla discussione collegiale, che si terrà il 15 di maggio, al termine della quale le stesse delibere potrebbero essere confermate o annullate. Nel frattempo, erano state tre le richieste avanzate nel nostro territorio, da parte di altrettante persone malate. Il caso torna a riaccendere i riflettori sul tema del fine vita, per il quale ancora non esiste una legge parlamentare organica per tutto il Paese. In merito è intervenuta nuovamente l’Associazione Luca Coscioni, ricordando che la Costituzione garantisce già il diritto all’accesso al suicidio assistito e spiegando che la delibera regionale tentava solo di rendere più chiari e rapidi i tempi di risposta da parte delle strutture sanitarie, evitando così ulteriori sofferenze e contenziosi giudiziari.

SUICIDIO ASSISTITO, IL TAR SOSPENDE LE DELIBERE DELL’EMILIA-ROMAGNA
Sospese le delibere regionali che regolano il suicidio assistito. A deciderlo è stato il Tar, in attesa della discussione collegiale fissata per il 15 maggio.