Venti improvvisi che scoperchiano tetti e sradicano alberi, grandinate fuori stagione, bombe d’acqua che trasformano le strade in torrenti con tutti i disastri che ne conseguono, dalla Romagna a Valencia, alternati a periodi di siccità che mettono in ginocchio l’agricoltura. Il 2024 ha visto un’Europa divisa in due, alle prese con gli effetti del cambiamento climatico. La stessa Emilia-Romagna sperimenta già ora le conseguenze di un equilibrio che si spezza. A certificare questa crisi, il nuovo rapporto sullo stato del clima europeo elaborato da Copernicus: il 2024 è ufficialmente l’anno più caldo mai registrato in Europa, il primo a superare la soglia di +1,5°C rispetto al periodo preindustriale. Ma è stato anche quello con le inondazioni più estese degli ultimi dieci anni: il 30% della rete fluviale ha superato la soglia di piena “elevata” e il 12% la soglia “grave”. Oltre 400mila le persone che hanno dovuto fare i conti con gli allagamenti, le vittime sono state almeno 335. Dal punto di vista economico, il conto è salatissimo. Si stima, infatti, che i fenomeni meteorologici “estremi” abbiano causato danni per oltre 18 miliardi, l’85% dei quali dovuti proprio alle alluvioni. Il futuro non è incoraggiante: secondo i dati del Gruppo intergovernativo, l’Europa è destinata a diventare una delle aree più vulnerabili al rischio idrogeologico.