Sono per la maggioranza uomini, per circa un terzo italiani, ma non mancano nemmeno le donne, soprattutto richiedenti asilo. Sono le persone che vivono in strada in Emilia-Romagna, in condizioni di grave marginalità. Il focus è stato fatto durante un convegno ad hoc promosso dalla Federazione italiana organismi per le persone senza dimora, un’associazione di solidarietà che ha stimato, nella nostra regione, circa settemila persone che vivono in povertà estrema. Il 71%, sono uomini. La fascia di età più rappresentata è tra i 30-55 anni, mentre gli stranieri sono prevalenti nella fascia dai 18 ai 25 anni e sono in aumento. Molti giovani erano ex minori stranieri non accompagnati oppure persone uscite dal circuito dell’accoglienza e intercettate dai servizi. Tra le donne straniere vi sono soprattutto richiedenti asilo, donne uscite da convivenze difficili o vittime di violenza e ragazze spesso seguite in precedenza dai servizi di tutela minori con situazioni di difficoltà. Non mancano nemmeno gli italiani, che rappresentano un terzo dei senza fissa dimora. Dietro di loro, storie di marginalità, separazioni difficili, criticità economiche. Storie purtroppo in aumento. Le risorse nazionali provenienti dal Fondo di contrasto alla povertà per l’Emilia-Romagna ammontano a poco meno di 1,2 milioni, da ripartire nei Comuni con più di 50.000 abitanti. Risorse non sufficienti secondo l’assessora regionale al Contrasto alle povertà, Elena Mazzoni, che ha sottolineato come un’altra difficoltà sia quella di intercettare celermente queste persone per riuscire a capire la reale portata del fenomeno.