“Impegno che richiede responsabilità evitando strumentalizzazioni politiche”: lo ha riferito l’assessora Camporota rispondendo a un’interrogazione di Negrini (FdI)
Cosa è il Controllo di Vicinato e a cosa serve, come si comunica e si gestiscono le chat del gruppo che sono sotto la responsabilità dei coordinatori, le Linee guida regionali. Sono alcuni degli argomenti affrontati nei tre incontri formativi con i coordinatori del Controllo di vicinato suddivisi per zone, che si stanno svolgendo in questi giorni al Comando della Polizia locale (25, 26 e 28 marzo).
“È anche l’occasione per verificare chi effettivamente è disponibile a svolgere questo ruolo fondamentale di cittadinanza attiva ed è interessato a portare avanti un impegno che richiede responsabilità evitando ogni forma di strumentalizzazione politica”, ha osservato l’assessora a Sicurezza urbana integrata, Polizia locale, Coesione sociale Alessandra Camporota che nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 24 marzo ha risposto a un’interrogazione di Luca Negrini. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, in riferimento “a un’attività politica, nella fattispecie una manifestazione sulla sicurezza, sponsorizzata all’interno di numerose chat del controllo di vicinato”, ha chiesto alla Giunta “se fosse consapevole della situazione; se la richiesta di manifestazione pervenuta alle Istituzioni competente risulta a nome o per conto del controllo di vicinato; se si conviene che i coordinatori di vicinato risultano essere apartitici e apolitici”.
L’assessora, che da inizio mandato ha incontrato in due occasioni i coordinatori (in ottobre e in dicembre) ha spiegato innanzitutto che il controllo di vicinato, o controllo di comunità, è nato per rafforzare la collaborazione tra cittadini e istituzioni, dando ai primi la possibilità di collaborare in modo attivo per la sicurezza con segnalazioni qualificate. “Il successo di un progetto di controllo di vicinato è dato dall’impegno a collaborare, ciascuno per i propri compiti: tra vicini, con la Polizie locale e con le istituzioni in generale. I cittadini diventano quindi sentinelle sul territorio per captare cosa potrebbe mettere a rischio la sicurezza. Una corretta collaborazione tra le parti è la chiave per il successo dell’iniziativa”.
Camporota ha ricordato quindi quanto previsto dal disciplinare della Regione sul controllo di vicinato, declinando il codice di comportamento che ogni appartenente deve osservare: rispetto delle pari opportunità e delle differenze nelle chat in cui va promossa la partecipazione e il contributo di tutti e va evitato di creare allarme sociale, un utilizzo fuori misura della chat così come la promozione di se stessi o di attività commerciali o politiche. Norme riprese anche dalla Polizia Locale di Modena, in un disciplinare che, tra le altre regole, prevede che gli appartenenti al cdv non facciano un uso improprio della chat. Infatti, al candidato che formalizza la richiesta di creare un nuovo gruppo di CdV la Polizia Locale illustra i principi generali da osservare nello svolgimento dell’incarico di coordinatore e, in fase d’iscrizione, gli vengono forniti i contatti dell’ufficiale di Polizia Locale referente nel quartiere e impartite istruzioni sulla gestione della chat interna al gruppo e in merito alle relazioni che dovrà tenere con l’ispettore di ha però anche osservato: “Il controllo di vicinato è un’unione di cittadini che volontariamente si riuniscono e individuano tra di loro un coordinatore, colui che, nel gruppo, è maggiormente disponibile a farsi carico della gestione delle segnalazioni nonché a partecipare agli incontri che periodicamente si svolgono”.
Mentre, per quanto riguarda quello che è stato definito da alcuni giornali ‘corteo della discordia’, l’assessora ha spiegato che la comunicazione della manifestazione organizzata per sensibilizzare le istituzioni locali sulla sicurezza cittadina, è pervenuta alla Questura da una privata cittadina, la quale ha poi, di sua iniziativa, coinvolto altri cittadini, alcuni dei quali svolgono ruoli attivi nel controllo di vicinato. La partecipazione all’evento da parte di quest’ultimi si può stimare intorno al 15 per cento circa rispetto al totale dei coordinatori del Controllo di Vicinato.
“Sicuramente – ha continuato – si è rilevato il protagonismo eccessivo di alcuni (3 o 4 su 102) i quali, non solo hanno disatteso alcune delle regole delle Linee guida regionali, ma soprattutto hanno minato il patto di fiducia con la Polizia Locale e le istituzioni comunali per non aver percorso la strada prevista, ovvero trasferire le loro preoccupazioni e istanze alla Polizia locale, loro referente diretto”.