Sempre meno medici di famiglia in Emilia-Romagna. -9,3% dal 2019 ad oggi. Ne mancano oltre 5.500 per essere in pieno organico e in 7.300 andranno in pensione entro il 2027. E quelli che restano, sono oberati di lavoro: la maggior parte di loro è sovraccarico di assistiti, il 57% dei medici di famigia dell’Emilia-Romagna ha addirittura più di 1.500 pazienti, il massimo previsto dall’Accordo collettivo nazionale. Altro dato preoccupante: sempre meno giovani scelgono la professione. Nel 2024 non è stato assegnato il 15% delle borse di studio, con punte di oltre il 40% in 6 regioni italiane. Sono alcuni dei dati diffusi dalla Fondazione Gimbe, presieduta da Nino Cartabellotta, nel suo rapporto sull’assistenza sanitaria. La necessità dei medici di famiglia è sempre più impellente: purtroppo, l’invecchiamento della popolazione aumenta i bisogni di assistenza. Basti pensare che gli over 80 sono triplicati in 40 anni. Per invertire la tendenza, il Servizio sanitario nazionale ha optato per una autentica rivoluzione all’orizzonte, con i nuovi medici di famiglia – e che quelli attuali che accetteranno l’abbandono della libera professione – che diventeranno a tutti gli effetti dipendenti statali: una riforma resasi indispensabile, secondo il SSN, per sopperire alle lacune di ogni giorno negli ambulatori di tutta Italia e in caso di eventuali future emergenze, una necessità evidenziata dalla pandemia di Covid.