I soci di Cores Italia Soc. Coop riuniti in assemblea hanno deciso, a maggioranza di procedere allo scioglimento della società. Cores Italia Soc. Coop è l’erede della storica Coop Legno, nata a Spilamberto tra le due guerre e poi traslocata negli attuali stabilimenti di Sant’ Eusebio di Castelvetro a metà degli Anni ‘70 dove fino a pochi giorni fa ancora produceva porte di qualità con i suoi soci-lavoratori. L’attuale situazione di crisi di liquidità ha portato la cooperativa a consumare progressivamente il capitale sociale fino a trovarsi nelle condizioni di dover tentare di ricapitalizzare e rifinanziare la società. Negli scorsi anni un fatturato di oltre 13 milioni di Euro aveva permesso di reggere il peso dei costi di struttura che si sono inevitabilmente mangiati il capitale nel momento in cui il rallentamento della GDO francese non ha più garantito gli stessi flussi di ordini. Pur con i dati di bilancio 2024, ancora da chiudere, il fatturato che arretra ha fatto venir meno le condizioni per produrre in serenità soprattutto a causa di una struttura immobiliare energivora, non adeguata agli attuali margini di settore, che non consentiva più di reperire risorse per garantire investimenti e la normale attività.
Nella giornata di venerdì 28 febbraio le parti sociali si erano già incontrate, in telematico, presso il tavolo di salvaguardia occupazionale della Regione, proprio per costruire i primi percorsi a sostegno del lavoro. Al tavolo sono intervenuti il sindaco di Castelvetro, anche a nome dell’Unione Terre di Castelli, la Provincia di Modena, l’assessorato Regionale per il lavoro che ha garantito la riuscita del confronto, le Organizzazioni sindacali, l’impresa con la Direzione aziendale affiancata dalla Lega delle cooperative di Modena.
Vista la mancanza di risorse a disposizione, il 28 febbraio al tavolo regionale si è potuto discutere di ricollocamento per i lavoratori, riqualificazione industriale del sito e ammortizzatori sociali. L’incontro riprenderà venerdì 7 marzo, giornata in cui è già stato riconvocato il tavolo di salvaguardia occupazionale.
La Fillea Cgil è molto preoccupata per la sorte di lavoratrici e lavoratori, infatti più di 35 di questi hanno tra i 50 e 60 anni, non abbastanza vicini all’età della pensione (che i governi allontanano sempre di più) con profili complicati per il lavoro che oggi comanda nel mercato.
Il sindacato non abbandonerà lavoratrici e lavoratori, chiede alle istituzioni di fare altrettanto operando per riqualificare il sito e per permettere ai lavoratori di accedere agli ammortizzatori sociali.
Fillea Cgil di Modena chiede inoltre a Istituzioni, Legacoop e agli attori sul territorio, responsabilità e impegno concreto per ricollocare velocemente gli oltre 65 lavoratori e lavoratrici in difficoltà che già il 10 marzo non hanno certezza del prossimo stipendio.
Non è pensabile che una crisi di questo tipo si scarichi sulla pelle di lavora!