La riforma dei medici di base allo studio del Governo preoccupa la Federazione Italiane Medici di Medicina Generale dell’Emilia-Romagna. Se approvata rappresenterebbe un vero cambiamento epocale, ossia il passaggio dei medici di famiglia da autonomi a dipendenti del Servizio sanitario nazionale, con 38 ore di lavoro settimanali da suddividere tra assistenza diretta ai pazienti e programmazione territoriale. L’ipotesi non convince la categoria e secondo il segretario emiliano romagnolo Daniele Morini non solo si andrebbe a minare l’efficacia del sistema dei medici di famiglia ma il nuovo inquadramento nasconderebbe l’intento di privatizzare tutto. Secondo la federazione la dipendenza non risolverebbe i reali problemi del sistema sanitario sul territorio ma finirebbe solo con il privare i cittadini del medico di famiglia di libera scelta che, ad oggi rappresenta un punto di riferimento nel sistema sanitario. Le previsioni della categoria sono catastrofiche: “il 75% dei giovani medici corsisti attuali potrebbero abbandonare questa carriera in caso avvenga questo cambio di carte in tavola unilateralmente” dichiara Morini. “se passa la dipendenza, i medici in età pensionabile saranno inevitabilmente obbligati ad anticipare la pensione lasciando 20 milioni di cittadini senza medico di famiglia”
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MEDICI DI BASE, L’IPOTESI DELLA RIFORMA NON CONVINCE LA FIMMG
La proposta di riforma che prevede il passaggio graduale dei medici di famiglia al regime di dipendenza solleva forti perplessità. A esprimere dubbi è la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale dell’Emilia-Romagna