Nel video l’intervista a Orazio Sorrentini, Direttore della Casa Circondariale di Modena

La morte sarebbe stata causata dall’assunzione di una quantità smodata di farmaci, ma sarà l’autopsia a stabilirlo con certezza. Si chiamava Mohamed Doubali il 27enne marocchino trovato senza vita ieri mattina all’interno del carcere di Modena. Il giovane aveva problemi di droga e sembra fosse finito dietro le sbarre per il reato di rissa aggravata. Era seguito dalla sanità locale per problemi di dipendenza e salute mentale e assumeva regolarmente dei farmaci. Ed è proprio questi medicinali che si suppone abbia ingerito durante la notte procurandosi la morte. La procura ha avviato gli accertamenti sulla salma volti ad individuare quanto accaduto. Quella di Mohamed è l’ennesima vita spezzata dietro le sbarre: la quarta vittima in un mese nel penitenziario modenese. Un’altra morte che solleva con forza la riflessione sul ruolo rieducativo del carcere, sul problema del sovraffollamento che affligge la maggior parte dei penitenziari italiani e sugli ambienti inadeguati. L’altissima densità di detenuti trasforma i penitenziari italiani in polveriere, dove praticamente ogni giorno si registrano episodi di violenza e tensione. Modena non è purtroppo esclusa: al Sant’Anna i dati aggiornati all’aprile 2024 segnalavano un sovraffollamento al 147% e nell’ultimo anno sono stati registrati 270 episodi di autolesionismo e 40 tentati suicidi.