Nel video le interviste a:
- Massimo Foli, Figlio di Armando Foli
- Walter Calza, Figlio di Benvenuto Calza
- Suor Enrica Solmi, Figlia di Renzo Solmi
Quella lettera, il fananese Armando Foli la scrisse il 24 aprile del 1945. Non da soldato d’artiglieria, ma da prigioniero. Nei lager conobbe la fame, il freddo e l’umiliazione. Eppure, in mezzo a tanta desolazione, trovò la forza di scrivere. Parole diventate oggi un prezioso frammento di memoria che il figlio Massimo custodisce con cura. E proprio nella Giornata della Memoria, storie di modenesi deportati come quella di Armando trovano spazio ed è grazie ai familiari che, ogni giorno, tramandano i loro aneddoti e ricordi. Molti deportati hanno rischiato anche la vita per lasciare traccia del loro passaggio. Così fece nel ’43 il ravarinese Benvenuto Calza. Nel giorno in cui le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, 80 anni fa, abbatterono i cancelli di Auschwitz rivelando al mondo per la prima volta la realtà del genocidio in tutto il suo orrore, ai familiari modenesi è stata conferita una medaglia d’onore. La cerimonia si è tenuta alla Chiesa della Fondazione San Carlo, alla presenza delle massime autorità provinciali. Ricordare fa male, ma serve. Per non dimenticare le lezioni del passato e non smarrire la nostra umanità.