Lavoratori poveri, pur lavorando. Così fare la spesa e pagare le bollette, il mutuo di casa o l’affitto si fa sempre più difficile. L’Emilia-Romagna non fa eccezione quando si parla di stipendi “strozzati” dal costo della vita crescente, a causa dell’inflazione. E il futuro non si preannuncia migliore. A dirlo, un recente report della Cgia di Mestre. Per tante famiglie le spese obbligate del 2023 – ossia quelle che riguardano l’acquisto di cibo, carburante per auto e bollette – ora sono pari a 1191 euro mensili. Vale a dire il 56% della spesa totale della famiglia media. Ed ecco allora che quei 1191 euro di spesa mensile inderogabile si ripartiscono in 526 euro per alimentari e bevande, 374 per la manutenzione della casa, bollette e spese condominiali e i restanti 291 per i trasporti. A tutte queste spese vanno poi aggiunto quelle complementari, tra cui abbigliamento, servizi sanitari, attività ricreative e cura della persona, arrivando in alcuni casi addirittura a una quota totale di 2290 euro. Eppure, spesso a pagare più caro è chi vive solo, arrivando (secondo un’indagine di Coldiretti) a spendere quasi il doppio di una famiglia di almeno tre persone. La situazione non va certo meglio nella nostra regione, dove i dati sono anche peggiori: nel nostro territorio la spesa “inderogabile” è calcolata in 1252 euro, collocando l’Emilia-Romagna al quinto posto in Italia. Al primo posto il Trentino-Alto Adige, con 1462 euro.
COSTO DELLA VITA, PESANO LE ‘SPESE FISSE’. ANCHE 1200 EURO AL MESE
L’inflazione fa impennare le spese di migliaia di famiglie, alle prese con stipendi sempre più erosi dal caro vita e da spese obbligate che toccano anche 1200 euro al mese. Lo rileva la Cgia di Mestre.