Nel video le interviste a:

  • Capitano Marco Zavattaro, Comandante Compagnia Carabinieri Modena
  • Maggiore Filiberto Rosano, Comandante Nucleo Investigativo
  • Colonnello Giovanni Mura, Comandante del Reparto operativo dei Carabinieri

Indossava un cappello a tesa larga da donna per occultare il proprio volto, mentre compiva i suoi atti vandalici ai danni di Seta muovendosi all’interno del deposito con la disinvoltura di chi conosce bene quei luoghi. Non solo: il 60 enne residente a Reggio Emilia gravemente indiziato di aver danneggiato oltre 50 mezzi aveva camuffato la targa della propria auto per raggiungere la sede di Seta senza essere rintracciato. Un colpo che voleva essere da manuale, ma che è stato comunque smascherato attraverso l’indagine dei Carabinieri di Modena. Fondamentale è stata l’acquisizione delle immagini di videosorveglianza non solo della sede di Seta, ma anche delle strade limitrofe, che hanno permesso di riconoscere l’utilitaria sulla quale l’uomo si muoveva. Le indagini hanno permesso così si risalire all’ex dipendente che per 18 anni ha lavorato per Seta prima di essere licenziato perché condannato per stalking nei confronti di una collega. Altri elementi fondamentali per riconoscerlo sono stati i sopralluoghi. Due gli episodi contestati al 60enne. Il primo risale all’alba del 16 settembre, quando 51 autobus sono stati resi inutilizzabili nel primo giorno di scuola: l’uomo avrebbe rotto le chiavi all’interno dei cilindretti di accensione e avrebbe sigillato gli stessi con del silicone. Il secondo episodio si è verificato il 22 settembre, quando il 60enne ha lanciato una molotov contro un bus parcheggiato nel deposito