Nel video, l’intervista a:
- Pietro Raffa, Direttore sede Emilia-Romagna della Banca d’Italia
- Litterio Mirenda, Economista della Divisione Analisi e Ricerca Economica Territoriale
La recessione tedesca e la crescita debole della Francia fanno calare l’export e mandano in affanno la manifattura emiliano-romagnola. Anche la crescita del PIL della nostra regione nel primo semestre del 2024 appare contenuta: dello 0,4%, in linea con la media nazionale. A dirlo è la nuova indagine della Banca d’Italia sull’economia regionale. A spingere il PIL in questa fase è l’espansione dei settori dell’edilizia e del turismo, mentre l’industria appare in forte affanno: per circa il 70% di queste imprese il fatturato è in diminuzione o tutt’al più in stallo. Un andamento che ha risentito del calo delle esportazioni, con una contrazione più intensa dell’export verso i principali mercati europei. Note positive arrivano dall’occupazione, in crescita dell’1,2%, e dal reddito delle famiglie, in lieve aumento. Fattori che potrebbero risollevare l’economia regionale, secondo Bankitalia, che tuttavia vede forti rischi a ribasso legati all’acuirsi delle tensioni internazionali e al persistere delle difficoltà del settore manifatturiero, tanto da non fare più pensare all’Emilia-Romagna come alla “locomotiva” d’Italia, almeno in questo periodo.