Le ferite dell’alluvione in Romagna sono ancora aperte ma le polemiche sui fondi stanziati non si placano. Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci ha accusato la Regione di non aver speso i soldi messi a disposizione dal governo in questi anni, chiedendo la rendicontazione dei 594 milioni di euro assegnati a Viale Aldo Moro, negli ultimi dieci anni, per mettere in sicurezza il territorio dal rischio idrogeologico. Non si è fatta attendere la risposta della presidente Facente funzioni dell’Emilia-Romagna Irene Priolo che da parte sua, ha precisato che i fondi ricevuti ammontano a circa 300 milioni in 14 anni e non 594 milioni. Inoltre, ha dichiarato che la Regione ha impegnato l’80% dei fondi sull’alluvione per il 2024. Poi facendo riferimento alla fumata nera sui Piani speciali per la messa in sicurezza dell’Emilia-Romagna, avvenuta dopo l’incontro a Roma con il commissario per la ricostruzione post-alluvione, il generale Francesco Paolo Figliuolo, non ha nascosto il suo malcontento scrivendo sui social: “non si può pensare che la prossima legge di bilancio non metta nulla sul 2025 e sul 2026, perché c’è assoluta urgenza di partire” e ha avanzato la proposta di finanziare subito almeno il primo stralcio che comprenderebbe le opere più urgenti nei diversi bacini, intervento che richiederebbe nel triennio 2025-2027 circa 877 milioni. Per quanto riguarda l’alluvione di Bologna Priolo precisa che è stato chiesto al governo un primo stanziamento di 50 milioni e che per ora il Consiglio dei ministri ne ha stanziati 15.