Passata la bufera del licenziamento di Bisoli, ora il Modena della nuova era-Mandelli prova a ritrovare un briciolo di serenità e tranquillità verso la partita di sabato con la Carrarese.
Ancora tutto da decifrare il comportamento della società dopo la partita di sabato: non è detto, infatti, che Mandelli rimanga anche dovesse vincere, non è detto neppure che Mandelli torni alla Primavera in caso di mancata vittoria.
Un rebus.
A portare a Modena Mandelli da allenatore (dopo che ci era stato da calciatore) è stato il direttore sportivo di allora, Davide Vaira, che – dopo aver chiesto un opinione a Mauro Melotti, all’epoca responsabile del settore giovanile, che espresse parere molto positivo – decise di ingaggiare Paolo Mandelli dalla Spal, per un ravvicinamento a casa che gli fu molto gradito. Così è (ri)cominciata la storia di Mandelli e del Modena.
Oltre alla serietà e al senso di responsabilità, il nuovo allenatore – coadiuvato dal suo vice, l’altro ex Michele Troiano – dovrà necessariamente cambiare qualcosa nell’impianto tattico della squadra.
Il “credo” di Mandelli nella Primavera è il 4-3-3, Quindi, si potrebbe ipotizzare, senza rivoluzioni, uno schieramento così disposto, per la Carrarese: Gagno in porta, Dellavalle-Zaro-Caldara-Idrissi in difesa, Battistella-Gerli-Santoro a centrocampo, Palumbo-Abiuso-Caso in attacco, con il dubbio tra l’ex del Frosinone e Bozhanaj, entrambi giocatori che prediligono partire da sinistra, per poter calciare in porta di destro.
Nella lista dei convocati dovrebbe finalmente rivedersi Ponsi, mentre per Pedro Mendes – nonostante il suo dichiarato entusiasmo per la voglia di rientrare – bisognerà essere molto prudenti: non è escluso, però, che possa almeno riassaporare il gusto della panchina. Sarebbe già un nuovo piccolo inizio.