Nel video Giorgio Reguzzoni, il sacrestano, Padre Elio Giglioli Monaco Francescano e alcuni carpigiani

 

In uno scroscio di applausi ha riaperto le sue porte il Tempio di San Nicolò, uno dei luoghi sacri più importanti di Carpi, chiuso da 12 anni a causa degli ingenti danni provocati dal sisma. Dopo un complesso intervento di restauro volto a rafforzare l’intero edificio e a recuperare l’apparato decorativo danneggiato dalle scosse, questa mattina alle 9.30 alla presenza delle autorità civili e religiose, il Tempio ha accolto di nuovo la comunità. Fedeli e non, sono tutti entrati con il naso all’insù per ammirare il recupero di una delle chiese più importanti di tutto il Rinascimento emiliano. Voluta da Alberto III Pio, signore di Carpi tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500, per il principe rappresentava la chiesa più importante in assoluto perché panteon della sua famiglia. L’esito fu una chiesa grandiosa, sia per architettura che per apparato decorativo che oggi ritorna a far parte della vita dei carpigiani, sia per quanto riguarda le visite, che per le funzioni liturgiche. Riaprire quelle porte e rivedere splendere affreschi, dipinti e l’altare, per i fedeli, vuol dire riallacciare il filo del passato con un nuovo futuro.