Una durata del contratto di nove anni, da definire sulla base di piani economico-finanziari; un costo annuo in riduzione rispetto a quello storico del servizio; il passaggio da una convenzione a un contratto di prestazione energetica nel quale indicare gli obiettivi che devono essere garantiti al Comune. Infine, l’adeguamento normativo e l’unificazione dei contratti di servizio luce e semaforico. Sono i principali criteri proposti dal Comune di Modena per definire la gara per l’affidamento del servizio di illuminazione pubblica, e degli impianti semaforici, da pubblicare nei prossimi mesi. Questo dopo il ricorso al Tar per violazione della concorrenza e l’annullamento da parte dei giudici amministrativi delle delibere del Consiglio comunale che, assegnando a Hera luce i progetti di qualificazione energetica, consideravano il contratto in continuità con l’affidamento originario attribuito a Meta spa nel 1997.  La delibera prevede la gestione complessiva del servizio con reti, impianti e altre dotazioni di proprietà comunale la cui consistenza, nel frattempo, è stata definita grazie ad alcune consulenze tecniche: per l’illuminazione pubblica si tratta di 493 quadri, 28.590 sostegni e 32.500 apparecchi; per i semafori si tratta di 6.824 ottiche semaforiche e 140 armadi regolatori.