Strade come fiumi, acqua negli scantinati e nelle case, migliaia di sfollati. Un incubo che ritorna in Emilia-Romagna. Dopo l’alluvione che nel maggio 2023 ha devastato la Romagna, un altro evento climatico estremo è tornato a colpire nuovamente alcune di quelle zone. Le forti piogge ininterrotta, hanno causato la tracimazione dei fiumi, allagamenti e frane e hanno costretto un migliaio di persone a lasciare le loro abitazioni, soprattutto nel Ravennate. Le maggiori criticità hanno riguardato i fiumi Lamone, Marzeno e Senio, nel Ravennate e il Montone, nel Forlivese. Per Faenza è stata una lunga notte, il comune si è ritrova alla sua terza alluvione dopo appena 16 mesi: l’acqua in alcune zone ha superato il metro e ottanta. Nuova tracimazione a Boncellino di Bagnocavallo, nello stesso punto che ha ceduto nelle due allusioni del maggio 2023. L’argine era stato completamente ricostruito ma l’acqua lo ha sormontato. Al momento il bilancio è di circa mille sfollati in Emilia-Romagna, 800 nel ravennate, 200 nel bolognese. Secondi i meteorologi i valori di precipitazione hanno superato quelli delle alluvioni del 2023 con praticamente tutti i fiumi che hanno rotto gli argini inondando le città. Nelle ultime 36 ore, la regione ha registrato piogge eccezionali, con accumuli di oltre 100-150 mm, mentre nelle aree montuose dell’Appennino sono stati toccati picchi di 300 mm, superando di gran lunga la media mensile di precipitazioni. La pioggia accumulata è pari a quella che in condizioni normali cade durante tutto l’autunno. A causa della violenta ondata di maltempo in Emilia-Romagna è stata anche sospesa la circolazione ferroviaria su alcune linee. Critica anche la situazione nel bolognese dove sono state segnalate frane a Monzuno ma a fare paura sono anche i fiumi. L’innalzamento rapido del Reno ha costretto il Comune a diramare un’ordinanza di evacuazione dei piani interrati, seminterrati e dei piani terra degli edifici delle abitazioni più prossime al fiume.