Nel video, l’intervista all’artista e produttrice di bambole, Claudia Vezzali
Il peso, gli occhi perfetti, i capelli di mohair cuciti manualmente uno ad uno, la pelle realizzata in vinile e cotta in forno. E, poi, la bocca e il naso resi umidi dal sapiente uso dei colori. Dettagli che, incredibilmente, sortiscono un dubbio: può essere, davvero, solo una bambola? No, quella della modenese Claudia Vezzali è arte, a tutti gli effetti. In Italia, infatti, è tra le produttrici più esperte di bambole “reborn”, ovvero “rinate”, proprio per le loro sembianze reali. Una passione che, nel giro di pochi anni, si è trasformata in un lavoro a tempo pieno. La “culla dei sogni” è il nome del laboratorio creato a casa sua, a Ganaceto di Modena. Un luogo piccolo e pienissimo di cose, in cui i kit contenenti arti e teste, sigillati nei sacchetti di plastica, vengono trasformati attraverso una serie di complicati e minuziosi passaggi, in preziose bambole dall’aspetto ultra-realistico. Per terminarne una, possono volerci anche mesi di intenso lavoro. I clienti sono collezionisti, registi di film e spettacoli, cosplayers. Ma anche tanti anziani malati di demenza senile o Alzheimer. Per loro, infatti, la bambola può rappresentare una cura.