Du

e indagini sono state aperte per fare piena chiarezza sulla morte di Eugenio Chiodi, il 70enne precipitato sabato con il suo aliante all’aeroporto di Pavullo. Una di esse è a carico della Procura di Modena, l’altra dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo. I tecnici Enac arrivati da Roma hanno avviato i rilievi per capire le dinamiche dell’incidente, mentre la salma del 70enne è stata trasferita in Medicina Legale per l’autopsia. Non è escluso infatti che alla base della manovra sbagliata che ha portato al tragico schianto vi sia stato un malore. Stando alle parole di chi lo conosceva, Eugenio Chiodi era un pilota esperto, e la procedura che ha svolto a bordo del suo aliante era per lui familiare. Secondo quanto ricostruito finora, il 70enne aveva preparato il suo velivolo tedesco da 350 chili con l’intenzione di alzarsi in volo con il verricello. Durante questo tipo di traino la procedura prevede un’accelerazione in orizzontale, che poi diventa una salita a 45 gradi. Si tratta di un’operazione da eseguire con attenzione perché, se è troppo brusca, può portare a quello che viene chiamato stallo: l’ala smette di volare e l’aliante si rovescia. Secondo quanto raccontato da chi ha visto l’incidente, sarebbe proprio questo quanto accaduto al mezzo di Eugenio Chiodi. Le testimonianze saranno importanti per ricostruire l’episodio, così come le immagini di videosorveglianza dell’aeroporto. La tragedia si è verificata sabato, intorno alle 12.30: la caduta dell’aliante non ha lasciato scampo al pensionato residente a Spezzano di Fiorano. All’arrivo dei soccorsi, non c’era già più niente da fare.