Il “modenese d’adozione” Julio Velasco ha vinto la semifinale contro la Turchia (3-0 per le azzurre del volley) e per celebrare degnamente la conquista della finale critica chi…critica: “Basta con questo tabù dell’oro che manca!”, ha dichiarato Velasco, riferendosi a giornali, tv e allo stesso mondo della pallavolo, in cui si parla troppo dei non successi e poco delle vittorie, “sport tipicamente italiano”, ha aggiunto Velasco.
Il commissario tecnico della Nazionale Azzurra di pallavolo femminile si è tolto qualche sassolino: criticato per non aver ottenuto la vittoria olimpica in un paio di tentativi (Barcellona 1992 e Atlanta 1996) con gli uomini, ora Velasco (a 72 anni) potrebbe finalmente compiere la grande impresa: conquistare la sua prima medaglia d’oro alle Olimpiadi!
L’appuntamento con la storia è per domenica, ultimo giorno dei Giochi, all’una del pomeriggio contro gli Stati Uniti, allenati dal mitico Karch Kiraly, che in semifinale hanno battuto al tie break il Brasile.
Decisivo l’apporto di Kathryn Plummer, che gioca in Italia con Conegliano.
Un pezzo di storia, Velasco – insieme a Paola Egonu e a tutte le altre ragazze – l’ha comunque già costruito: per la prima volta la squadra femminile di volley arriva a giocarsi il titolo olimpico!
Oltre al coach italo-argentino, di casa a Modena fin dai gloriosi tempi della Panini, anche lo staff di Velasco parla modenese: il suo vice è Massimo Barbolini, uno dei tecnici più vincenti del settore donne (a Scandicci quest’anno ha allenato Haleigh Washington, una delle stelle del sestetto della pallavolo americana, dove Barbolini andrà ad allenare nella prossima stagione). Modenese è anche il fisioterapista Francesco Bettalico, senza dimenticare l’assistente Lorenzo Bernardi, altro leggendario “modenese d’adozione”.
Un altro, Andrea Giani, si è lamentato di non poter allenare in Italia (per una regola federale assurda) mentre è alla guida della Francia, trascinata nella finale olimpica.
Anche Giani non ha mai vinto l’oro: del resto, la maledizione olimpica e il tabù – prima o poi – verranno sconfitti.
Sembra essere arrivato il momento giusto.