Il Vittorioso, La Purezza, Automa, Bagnante, La Lupa, Lavandaia, L’Adolescente. Sono le sette statue di gesso che proprio in questi giorni, fino al 24 luglio, le studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Bologna stanno restaurando con estrema cura e minuzia, sotto la guida della professoressa Daniela Manna. Le statue fanno parte del patrimonio straordinario di uno degli scultori italiani più importanti tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, Giuseppe Graziosi, custodito all’interno della Gipsoteca. Ma la particolarità principale è che il restauro viene svolto interamente “dal vivo”, permettendo quindi ai visitatori di immergersi nel cantiere didattico, svelando attività che abitualmente si svolgono “dietro le quinte”, sotto l’egida della direttrice del Museo Civico, Francesca Piccinini.
Francesca Piccinini
Direttrice Museo Civico di Modena
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Il trascorrere del tempo, inevitabilmente, deteriora le opere d’arte e rende necessaria una manutenzione straordinaria per riportarle al loro antico splendore, proprio come nel caso delle sette statue del Graziosi per le quali l’intervento prevede la disinfezione dalle muffe, la pulitura, il consolidamento, la stuccatura, con anche integrazioni pittoriche.
Daniela Manna
Docente Accademia di Belle Arti di Bologna
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L’occasione per il pubblico di rivolgere domande direttamente alle giovani studentesse per approfondire gli aspetti più curiosi del lavoro di restauro in corso che, per molte di loro, non è solo un lavoro, ma una passione vera e propria.
Cecilia Giuliani
Studentessa Accademia di Belle Arti di Bologna
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