Nuovi scavi prendono il via questa settimana a Montebaranzone, per riportare alla luce l’insediamento di epoca matildica. I lavori, diretti come lo scorso anno dall’Università di Verona, andranno avanti fino al prossimo 2 agosto. Complessivamente, saranno una dozzina gli archeologi e gli studenti impegnati negli scavi sul territorio di Prignano. Una campagna che fa parte di un progetto più ampio avviato nel 2016, che punta a indagare sugli insediamenti matildici nel Reggiano e nel Modenese e che lo scorso anno ha portato alla luce un muro di cinta, una vecchia cisterna, il perimetro di un cimitero e i muri di una probabile casa signorile risalente al XIII secolo. Le nuove operazioni, guidate da Nicola Mancassola, avranno un duplice obiettivo: da un lato si concentreranno sull’ex cimitero, dove sono stati riesumati resti umani risalenti ai secoli XVII e XVI; l’ipotesi è di trovarne di molto più antichi, appunto di epoca matildica, ricordando che la “comitissa” Matilde di Canossa visse tra 1046 e 1115. Il secondo obiettivo è quello di concentrarsi sul palazzo signorile del XIII secolo, per cercare testimonianza dell’insediamento antecedente, che i ricercatori sanno esserci stato, senza però conoscerne ancora la natura. Gli scavi permetteranno di capire se nel Prignano c’era una torre difensiva o un vero e proprio castello.