Terzo giorno di presidio all’ex Bellco, dove 350 lavoratori sono a rischio a causa dell’annunciato stop alla produzione da parte dell’azienda. Alla base della decisione ci sarebbero difficoltà a livello internazionale nel comparto dei prodotti per la dialisi, ormai saturo e con una competizione sempre più forte. Una doccia fredda per i dipendenti, che da allora hanno dato via a uno sciopero e a un presidio permanente. Domani per mantenere alta l’attenzione sulla vertenza, partirà anche un corteo, con inizio alle 10 dalla stazione delle corriere vecchia di Mirandola e arrivo in piazza della Costituente. Un percorso di circa 300 metri per chiedere all’azienda il mantenimento del posto di lavoro. La maggior parte dei dipendenti a rischio sono donne, alcune sono sole con figli da mantenere. Ma alla Mozarc, dicono dal presidio davanti ai cancelli, lavorano anche intere famiglie, e anche una trentina di persone disabili. C’è anche chi si è trasferito dal sud a Mirandola per questa occupazione e chi ha iniziato a lavorare sotto le tende allestite in emergenza dopo il terremoto
Ieri il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha annunciato un tavolo di crisi in regione alla presenza delle parti sociali e dell’azienda, auspicando un cambio di passo in una scelta ritenuta vergognosa. Sul caso interviene anche il Comitato No Cispadana, che lega la crisi occupazionale dell’ex Bellco alla mancanza di un collegamento stradale con la A22 (vera soluzione al problema rispetto alla Cispadana, sostiene il comitato) che rende difficile lo spostamento delle merci.