Nel video le interviste a:
- Alberto Greco, Sindaco di Mirandola
- Gina Gregoli, Mamma di Matteo
- Andrea Visconti, Fratello di Giordano
Sono passati 12 anni, un tempo che sembra essere infinito, ma per ferite come quelle provocate da un terremoto di intensa magnitudo, come è accaduto in Emilia nel 2012, questo spazio temporale si annulla e in occasioni come quelle che si sono vissute oggi, di commemorazione, tutto torna lucidamente alla memoria, ricompare e fa male. Le ferite non si sono rimarginate, si è imparato a convivere con tanto lutto, fisico, materiale ed emotivo, ma nulla è stato cancellato dai giorni a seguire. 28 le vittime, circa 300 i feriti e 13 miliardi e 273 milioni i danni stimati dalla Commissione Europea. Se il 20 maggio l’epicentro fu stabilito nel territorio di Finale Emilia, quella del 29 lo ha evidenziato nella zona compresa fra Mirandola, Medolla e San Felice sul Panaro. Questa mattina due le occasioni di ricordo nella città dei Pico, la prima sul sagrato del Duomo, letteralmente imploso con il crollo del tetto, ricostruito e tornato alla comunità dal 21 settembre 2019. Ad ogni rintocco di campana, il nome delle vittime, ad una ad una. Tra i presenti anche chi a cui il terremoto ha strappato una vita cara, come i genitori di Matteo Serra, 40 anni operaio all’Haemotronic. E il fratello di un’altra delle 4 vittime provocate dal crollo della stessa azienda, Giordano Visconti, 33 anni