Ancora guai per i pachistani facenti parte dell’associazione a delinquere denominata “AK-47 Carpi”, già finita nel mirino della Procura in un’operazione che ha portato a venti arresti. Ora, sempre la Procura ha delegato la Guardia di Finanza per il sequestro preventivo d’urgenza di quasi 550mila euro di beni nei confronti di tre pachistani in particolare, indagati, a vario titolo, anche per reati fiscali ed autoriciclaggio. Secondo quanto ricostruito, erano infatti titolari formali o amministratori di fatto di due ditte utilizzate per la commissione degli illeciti. La banda, lo ricordiamo, era dedita a delitti quali estorsioni, lesioni personali, minacce, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, noto come “caporalato”. Nel corso delle indagini, questa Procura ha delegato i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena per l’esecuzione di accertamenti patrimoniali, in sinergia con il personale della Questura, con particolare riferimento alla documentazione bancaria relativa ai rapporti tra le società committenti e le imprese individuali riconducibili al capo dell’organizzazione. Sono quindi state ricostruite movimentazioni di somme di denaro superiori al milione e mezzo di euro, per pagare in nero i lavoratori e per evadere il fisco. La complessa attività investigativa era iniziata nel 2021 con la coraggiosa denuncia di un lavoratore che aveva subito minacce e una violenta aggressione. La sua testimonianza ha permesso di dare il via alle indagini che hanno portato a scoperchiare tutta l’articolata associazione a delinquere.