Due anni di pena e una sanzione di 117mila euro per la morte della 40enne Laila El Harim, operaia rimasta incastrata nella fustellatrice della ditta Bombonette di Camposanto. La condanna richiesta inizialmente al responsabile della sicurezza dell’azienda era di tre anni, ma è stata ridotta, dato che il risarcimento ai familiari della donna era già avvenuto. Due anni di carcere è quindi la richiesta avanzata ieri dal Pm Amara per il terribile infortunio sul lavoro che si verificò tre anni fa, nell’agosto del 2021. La sentenza era attesa già nel pomeriggio di ieri, ma è slittata al 9 luglio prossimo. Il processo era iniziato con alla sbarra il titolare e fondatore dell’azienda, morto durante l’iter giudiziario, e il nipote con delega alla sicurezza dell’azienda, oggi imputato. Secondo la Procura, il macchinario in cui Laila El Harim morì, era stato modificato al fine di accelerare la produzione. I legali difensori hanno invece sostenuto che si trattò di un movimento improvviso della fustellatrice. All’udienza era presente il compagno di Laila, Manuele Altiero, con cui la 40enne aveva avuto una figlia. L’uomo ha dichiarato che non sta a lui decidere se due anni siano pochi o no, ciò che interessa alla famiglia è avere una responsabilità per quanto accaduto. La richiesta non è quella di avere vendetta, ma giustizia.
LAILA EL HARIM, CHIESTI DUE ANNI DI PENA. LA SENTENZA A LUGLIO
È slittata a luglio la sentenza per la morte di Laila El Harim, l’operaia 40enne morta a Camposanto, nell’azienda Bombonette. Il Pm ha chiesto una condanna di due anni