Nel video le interviste a:

  • Prof.ssa Giovanna Laura De Fazio, Garante diritti delle persone private della libertà personale Modena
  • Avv. Marco Tarantini, Consiglio direttivo Camera Penale di Modena Carl’Alberto Perroux

Si chiamano “Sex offender”, termine che indica le persone che hanno commesso reati a sfondo sessuale. Anche a Modena sono in aumento. I dati parlano chiaro: nel suo bilancio la Polizia di Stato ha rilevato quasi due denunce da codice rosso al giorno nella nostra provincia e nel carcere di Sant’Anna i detenuti per questi reati stanno crescendo. Proprio sui percorsi che si possono attuare all’interno del penitenziario si è parlato in un convegno nell’aula magna di Giurisprudenza. Gli interventi per il reinserimento sono ad oggi difficili. I “sex offender” hanno commesso reati contrari all’etica della “sottocultura” carceraria. Essendo per questo invisi agli altri detenuti, corrono rischi per la loro incolumità e devono essere isolati in una sezione apposita del penitenziario. Fattore che complica la programmazione di interventi trattamentali, che devono essere “su misura”, perché i reati a sfondo sessuale hanno uno spettro molto ampio. Altre realtà europee stanno mettendo a punto percorsi che aiutano il reinserimento sociale e limitano il rischio di recidiva. A Modena, complice il sovrannumero di detenuti e la carenza di personale, questi interventi sono però limitati