Sarà una piccola grande rivoluzione.
La partita di sabato allo stadio “Pier Cesare Tombolato” di Cittadella rappresenta un crocevia fondamentale, soprattutto per il futuro di Paolo Bianco. E sembra proprio che il tecnico foggiano possa affrontare questa gara (ri)mettendo in discussione molte cose che non vanno (più): il modulo, il portiere, i difensori, i centrocampisti, gli attaccanti…
A cominciare, naturalmente, dal modulo.
Sarebbe un azzardo, a nostro modo di vedere, tornare al 4-3-1-2, con il ritorno in auge di Tremolada e Bozhanaj, se – nel frattempo – i loro rapporti con Bianco non stati irrimediabilmente rovinati dal recente e lungo ostracismo nei loro confronti.
Si rischia, davvero, di andare per tentativi e, a 9 partite dalla fine, crediamo non sia più tempo di esperimenti!
Diciamo che qualche correttivo e qualche cambiamento potrebbe essere “consigliato” dall’alto a Bianco: ad esempio, il ritorno di Gagno in porta al posto di un Seculin in fase calante e dello stesso Pergreffi in difesa, oltre ad un maggiore utilizzo di giocatori che ora giocano veramente molto poco: non solo i già citati Bozhanaj (che già con la Feralpisalò ha fatto la mezzala) e Tremolada, ma anche Magnino, Cotali, Manconi, Strizzolo e Di Stefano.
Che sia grande rivoluzione o piccola rivoluzione, servono sicuramente forze e menti fresche.
Un dato statistico, peraltro, ci inquieta: in questa stagione, l’allenatore del Cittadella, Edoardo Gorini (confermato nonostante otto sconfitte di fila), ha fatto già saltare quattro allenatori, che sono stati esonerati dopo aver incontrato proprio il Cittadella. L’ultimo della lista è stato Fabio Caserta del Cosenza – grande amico di Bianco -, ma in precedenza era toccato anche a Foschi (Lecco), Gastaldello (Brescia) e Bisoli (Sudtirol). Ma la “maledizione di Gorini” aveva colpito anche l’anno scorso, coinvolgendo anche l’ex canarino Cristian Bucchi, all’epoca all’Ascoli, e il genoano Blessin.
Ecco perché siamo un po’ preoccupati…