Nel video l’intervista a Vanes Poluzzi, Responsabile Centro Qualità dell’Aria Arpae

Non importa quale indicatore si usi, se Pm 2.5, Pm10, ozono, diossido di azoto. Tra scarse precipitazioni e temperature sopra le medie stagionali che hanno fatto ristagnare l’aria, in questi giorni in Pianura Padana l’inquinamento è alle stelle e si superano tutti i limiti per la salvaguardia della salute. Modena non se la passa meglio, lasciandosi alle spalle un weekend da “bollino nero”. Solo nella giornata di ieri, la centralina di via Giardini ha visto superare la soglia dei 100 microgrammi per metro cubo di Pm10, sancendo ufficialmente un nuovo, drammatico, record di giorni di sforamento da inizio anno, che salgono a 28.

Inutile dire che, a pagare il prezzo più alto di questa persistente cappa di smog, è la salute. L’inquinamento da polveri è il fattore di rischio ambientale con maggiore impatto sulla salute umana e in Emilia-Romagna è responsabile di migliaia di morti. Lo conferma il rapporto 2023 di Arpae sulla qualità dell’aria nella nostra Regione, nel quale viene rilevato come l’inquinamento da polveri sia responsabile fino all’8% dei decessi per cause naturali o problemi cardiovascolari.