Il caso emblematico dell’Ites Barozzi di Modena ha scatenato un’ondata di solidarietà e di protesta, poiché la sospensione di Damiano Cassanelli, rappresentante degli studenti nonché membro del consiglio di istituto, da tanti è stata interpretata come un attacco diretto alla partecipazione e alla voce degli studenti stessi. Decine di appelli hanno chiesto il ritiro del provvedimento, mentre la comunità scolastica si mobilita ancora una volta per difendere i principi democratici che devono guidare ogni istituzione educativa. Così docenti, collaboratori scolastici, tecnici, amministrativi, studenti, genitori si preparano a manifestare il proprio dissenso in modo pacifico, libero e democratico, sabato 24 febbraio davanti all’Istituto, nel parco Novi Sad. Lo fanno per “dimostrare pubblicamente la contrarietà, l’indignazione, l’incredulità per quanto accaduto che – con il dialogo e il rispetto – si sarebbe potuto e dovuto evitare per tempo”, così in una nota le RSU delle scuole modenesi che già nei giorni scorsi avevano richiesto il ritiro del provvedimento di sospensione. “Riteniamo inaccettabile un sistema nel quale il parere di un Consiglio di Classe diventa carta straccia – si legge ancora –, i Collegi dei Docenti diventano momenti burocratici di mera ratifica e senza discussione, e la corsa ai progetti e ai finanziamenti diventa quasi più importante dell’azione didattica”. Da qui l’appello a difendere la scuola come fulcro della democrazia e della cittadinanza attiva. Così la voce di Damiano diventa la voce di donne e di uomini, di ragazze e di ragazzi che, la scuola, la vivono tutti i giorni. E per questo si uniscono, “per la scuola democratica. Perché’ il lavoro, lo studio, la partecipazione e la rappresentanza meritano dignità e rispetto!”.
CASO BAROZZI, UNA NUOVA MANIFESTAZIONE IN SOLIDARIETA’ DI DAMIANO
Anche il Consiglio comunale di Modena esprime solidarietà a Damiano, rappresentante sospeso al Barozzi. Ora personale scolastico, tecnico-amministrativo, studenti e famiglie si preparano a manifestare, sabato prossimo al Novi Sad, per una “scuola democratica".