Il primo è stato Alfio D’Urso, morto dopo un incidente sul lavoro a Spezzano, il secondo Alexander Bala, spirato a causa di una grave caduta dal trattore sulla sua azienda agricola a Pavullo. Nella nostra provincia di lavoro si continua a morire e in poco più di un mese sono già due le vittime. Per questo verrà presto attivato un tavolo provinciale con i sindacati Cgil, Cisl e Uil su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; ieri un incontro propedeutico ha avuto modo di fare il punto su un fenomeno che a Modena cresce da anni. Gli infortuni mortali sono passati da 13 nel 2022 a 15 nel 2023, le denunce di malattie professionali nello stesso periodo sono aumentate del 50%. Lo scorso anno a Modena gli infortuni sono stati 13.704, di cui appunto 15 mortali, 2 in più rispetto al 2022. E quest’anno si è aperto con un capitolo nero, che ha visto già due morti. I settori più esposti sono agricoltura, edilizia, trasporti-logistica, manifatturiero, sanità e commercio. Se i dati in Emilia-Romagna appaiono in miglioramento, la nostra provincia va in controtendenza. “Modena continua ad essere maglia nera sia per quanto riguarda il numero degli infortuni mortali che per le malattie professionali” dichiarano Cgil, Cisl e Uil. “Ed è a partire da questi dati che è stata convenuta la necessità di istituire un Tavolo provinciale per mettere in atto azioni finalizzate non solo e non tanto alla repressione, ma soprattutto alla prevenzione per diffondere la cultura della salute e sicurezza”