Sul podio delle province che nel 2023 in Emilia-Romagna, secondo i dati dello studio di Legambiente “Mal’Aria”, si sono dimostrate le peggiori, troviamo al terzo posto Modena con 32 sforamenti da PM10, prima Ferrara con 36, seconda Rimini con 34. Preoccupa il confronto con i nuovi target al 2030. Ancora una volta Modena è inserita tra quelle aree che hanno registrato i dati peggiori insieme a Piacenza. Infatti, per centrare gli obbiettivi entro i prossimi sei anni se Piacenza dovrà ridurre del 47% le emissioni di PM2.5, Modena lo dovrà fare del 30%. Per l’associazione ambientalista il 2023 è stato un anno di poche luci e molte ombre con la salute dei cittadini a rischio. Per ottenere aria pulita, Legambiente punta su un ripensamento della mobilità urbana, implementando zone a basse e zero emissioni, ridisegnando lo spazio pubblico urbano con Città a 30 km/h e strade scolastiche, investendo massicciamente nel trasporto pubblico locale, nell’ampliamento di reti ciclo-pedonali e nell’elettrificazione di tutti i veicoli. Purtroppo, già i dati del 2024 dimostrano che le condizioni inquinanti persistono. Dal 21 Gennaio la nostra regione è infatti soggetta alle misure emergenziali a causa dell’eccessiva presenza di inquinanti nell’aria. A Modena e Ravenna è già stata superata la metà degli sforamenti del valore di PM10 consentiti in un anno (rispettivamente 21 e 19 sui 35 possibili al 06 febbraio). Tre i principali settori, secondo il report, responsabili delle emissioni: agricoltura, trasporti, impianti di riscaldamento